I consumatori sono sempre più consapevoli della propria privacy e delle conseguenze di fornire informazioni, desiderate o meno, a persone, aziende e alle autorità governative.
Ma al di là dei marketer che intendono utilizzare i dati per fini commerciali, le persone poco conoscono i rischi di furto dei propri dati personali da una banca, una vendita al dettaglio e da altre mille occasioni.
Per la maggior parte dei consumatori, c’è solo una vaga idea che c’è meno privacy di quello che ha più o meno tacitamente sottoscritto.
Sarebbe utile una mappatura sistematica di queste connessioni e forse la valutazione dovrebbe essere inquadrata in termini di benefici ricevuti, come per gli aspetti negativi.