Secondo una recente ricerca noi italiani sottostimiamo i pericoli informatici che corriamo con l’uso disinvolto del nostro cellulare.
L’oggetto che pare oggi così indispensabile, lo smartphone, risulta essere il dispositivo informatico più attaccabile e più debole, sia per un uso troppo disinvolto, sia perché scrigno di tutte le nostre preziose informazioni personali.
Con l’abilitazione a nuovi applicativi, la maggior parte dei consumatori ha solo una vaga idea che c’è meno privacy di quello che hanno più o meno tacitamente sottoscritto.
Proteggersi con l’aggiornamento del Sistema
I più colpiti sono i telefoni Android, pari all’82% dei cellulari in circolazione. Strano a dirsi ma i furti d’identità sono agevolati proprio dai loro proprietari che, per la stragrande maggioranza, non aggiorna costantemente il sistema Android quando viene segnalato.
Non eseguendo l’upgrade del nostro apparecchio, manteniamo un software non aggiornato nelle protezioni, lasciando così porte aperte ad attacchi da parte di pirati informatici.
Entrati nella memoria degli smartphone, è per loro facile ricostruire un’identità grazie a tutte le traccie che lasciamo negli applicativi, in particolare sui social network. Ad agevolare la loro azione ci sono poi i programmi ‘sniffer’, quelli che catturano informazioni personali penetrando nella rubrica, oppure software malevoli che dirottano la navigazione dell’utente su siti che abilitano la sottoscrizione a servizi a pagamento ad insaputa dell’utente.
E-commerce e mobile banking
Anche il commercio elettronico è una fonte di pericolo: infatti l’utente deve porre attenzione quando condivide con terze parti le credenziali di autenticazione e peggio, i dati di pagamento.
Una semplice precauzione sarebbe quella di effettuare acquisti per mezzo di PayPal o di far abilitare transazioni sicure con chiavi bancarie.
Internet ormai è il mondo, oggi sempre più transazioni bancarie e finanziarie vengono eseguite con il nostro dispositivo mobile, un rischio se il nostro cellulare è a nostra insaputa sotto controllo da parte di pirati informatici.
Per questo già diverse carte di credito hanno già avviato sperimentazioni per accreditarsi per mezzo di selfie e impronte digitali. Un’alternativa alle password per i pagamenti online con le sue carte, sistema considerato più sicuro anche perché molte persone continuano a scegliere password facili da ricordare ma altrettanto da indovinare!
In Brasile la maggior parte dei bancomat sono già dotati di sensori per il rilevamento delle impronte digitali, mentre in Giappone alcuni bancomat sono dotati di un lettore che permette di rivelare lo schema delle vene sotto i polpastrelli delle dita per identificare i clienti.
Le precauzioni e il corretto uso dello smartphone è fondamentale, basta porre la questione come la perdita personale di dati sensibili per comprendere come la sfida sia grande. Oggi diverse violazioni hanno colpito dati sensibili di decine di milioni di persone.