Ogni tanto è bene alzarsi in volo ed osservare in quota i diversi trend dell’economia mondiale e dei fattori geo-politici che nel lungo termine influenzeranno, o possono già farlo, il nostro business. Specie per quelle imprese che esportano o importano i loro prodotti/servizi. E’ un po’ come vedere le previsioni del tempo …per i prossimi anni. Ecco le ultime proiezioni di crescita globale per 32 delle più grandi economie del mondo nel 2050. Paesi che rappresentano circa l’85% del PIL mondiale.
E’ il risultato di quanto emerge dall’ultima analisi degli economisti di PwC (PricewaterhouseCoopers International) “Il Mondo nel 2050: come cambierà l’ordine economico globale entro il 2050?”
L’economia mondiale potrebbe più che raddoppiare in termini di dimensioni
Questo significa che supererà di gran lunga la crescita della popolazione, a causa di miglioramenti della produttività guidato dallo sviluppo di nuove tecnologie.
Secondo le proiezioni, entro il 2050 ben 6 delle 7 maggiori economie mondiali saranno rappresentate da paesi oggi classificati come emergenti. La Cina ha già superato gli Stati Uniti come prima economia mondiale, sulla base del PIL a parità di potere d’acquisto (PPP), ma entro il 2050 anche l’India potrebbe raggiungere gli Stati Uniti, affermandosi al 2° posto della classifica. Indonesia risulterebbe al 4° posto.
La quota del PIL mondiale dei 27 Paesi dell’Unione Europa potrebbe scendere al di sotto del 10% entro il 2050
Francia fuori dalla top 10 e l’Italia fuori dalla top 20 in quanto superate da Paesi emergenti dove l’economia cresce più velocemente, come Messico, Turchia e Vietnam. Infatti, il tasso medio di crescita nel periodo delle economie E7 – ovvero Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia – sarà di circa il 3,5%, contro solo l’1,6% delle nazioni avanzate del G7.
Questo è un trend è chiaro e già iniziato nel nuovo millennio e già stato segnalato negli scorsi anno sia da PwC ed anche dal ‘Global Trends 2025 – a Trasformed World’, documento redatto dal National Intelligence Council, il centro studi strategici che fornisce dati alla Casa Bianca e ai servizi segreti Usa. Nel 2050 l’Europa sarà più debole mentre alcuni Paesi asiatici e sudamericani più ricchi. Con la crisi economica questo trend ha subito un’accelerazione.
Con questi dati è evidente che le economie emergenti hanno già ora necessità di migliorare le loro istituzioni e le loro infrastrutture in modo significativo, se desiderano sviluppare il loro potenziale di crescita a lungo termine. Indipendentemente da possibili shock politici-economici, questi risultati rappresentano già conferme di quanto precedentemente stimato da PwC nel loro penultimo documento: il mondo sta cambiando la bussola dell’economia, il movimento è già in atto da un decennio. Questo è un indicatore importante per tutte quelle imprese che esportano o che vorrebbero farlo presto.
Trend dell’economia mondiale: sempre più verso i Paesi Emergenti
Le dinamiche dei mercati sono molto chiare e sarebbe poco proficuo non tenerne debitamente conto: nel 2040 l’economia dei paesi emergenti E7, (Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia) potrebbero rappresentare ben il doppio delle prime 7 economie occidentali oggi ‘ricche’ (Usa, Regno Unito, Germania, Francia, Giappone, Canada e Italia).
John Hawksworth, capoeconomista di PwC commenta: “Continueremo ad assistere allo spostamento dell’economia globale, che si allontana dalle economie avanzate consolidate a favore di quelle emergenti dell’Asia e non. Entro il 2050 gli E7 potrebbero rappresentare quasi il 50% del PIL mondiale, mentre la quota dei G7 scenderà a poco più del 20%”.
Per chi desiderasse approfondire l’argomento può consultare il documento originale: https://www.pwc.com/gx/en/issues/economy/the-world-in-2050.html
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