La Rete ha consentito un accesso alle informazioni come mai prima d’ora: ma riusciamo a interpretare cosa sia vero o cosa non lo sia?
L’effetto delle fake news
Quella che stiamo vivendo è una vera e propria rivoluzione della comunicazione. Sui giornali nazionali, locali e pagine ‘social’ è sempre più facile incontrare false notizie, generate intenzionalmente per creare ‘notizia’ ed influenzare un atteggiamento, un’informazione, un giudizio. Con l’avvento dell’informazione ‘orizzontale’ o ‘trasversale’ sviluppata con internet e i social, l’informazione sulla rete è più democratica ma anche più soggetta ad essere manipolata da parte di tutti i partecipanti.
Questa grande capacità dell’informazione di diventare sociale o meglio ‘virale’ diventando così potenzialmente ‘universale’ attraverso il web, pone alcuni grandi problemi: le informazioni talvolta non sono vere notizie, ma spesse volte sono create ad hoc per creare la notizia a scopi commerciali, politici, sociali.
Verificare una notizia, un filmato creato ad arte è cosa impossibile in tempi brevi: la news è un prodotto di consumo
Con i nostri smartphone ognuno di noi risulta destinatario di ogni genere di notizia da testate editoriali ma soprattutto post sui social, WhatsApp di amici e altro. Come destinatari non abbiamo tempo per indagare, verificare se l’informazione è vera, provocatoria, sensazionale o, il più delle volte, semplicemente esagerata rispetto alla vera notizia. Siamo semplicemente privi di una formazione culturale specifica per essere critici (non siamo giornalisti), ci lasciamo trascinare dalla mass mediaticità del mezzo e dal desiderio di poter partecipare in prima persona al suo effetto domino di grande diffusione.
Quando incondizionatamente leggiamo false notizie senza sapere che sono tali, subiamo involontariamente influenze diverse verso quell’argomento, dibattito, prodotto, persona, che impattano inevitabilmente sui nostri interessi e valori.
E’ attraverso i social che sta dilagando il fenomeno fake news
Gli algoritmi utilizzati nel social e nelle nostre app sui cellulari sono ormai in grado di selezionare le news sulla base degli interessi di ciascun utente. E questo crea un effetto “echo chamber”, in cui di fatto il cittadino ha solo l’illusione di essere informato e di scegliere, ma in realtà è sempre più isolato, quasi ‘segregato’.
Delos L. Knight III, ex vicepresidente commerciale di eBay e fondatore dell’Us Marketing Communication College, lancia l’allarme sul potere che la Rete, in particolare i social media, ha e avrà sempre di più sull’informazione e sul dilagante fenomeno delle fake news. Facebook da solo è oggi il “pianeta” più popoloso al mondo con 2 miliardi di cittadini-utenti. Ci sono già iniziative sia da parte di Facebook, sia di Google, per fare fronte al fenomeno. Loro sono i primi interessati a tenere a bada il dilagare di notizie false, in caso contrario rischiano misure restrittive da parte dei governi e delle authority di vigilanza, come sta accadendo ad esempio in Germania.
Una smentita non potrà mai ristabilire la reputazione iniziale
Spesso si dice che, una volta pubblicato su Internet, non si può più annullare il danno. Il cosiddetto “diritto all’oblio” esiste, ma quando una notizia viene diffusa e letta l’effetto ha già ottenuto il suo obiettivo e la reputazione ne risulta inevitabilmente compromessa. La potenza con cui si propaga una notizia artefatta, sfruttando soprattutto i canali dei social media, è molto più destabilizzante della modalità con cui viene smentita. E’ quindi da considerarsi un’arma culturale e sociale dei tempi moderni (vedi fenomeno del cyberbullismo).
Le fake news sono il risultato di un concorso di cause: la caduta della qualità del giornalismo, le nuove tecniche di comunicazione commerciale a basso costo e sui social, la lotta politica di basso populismo senza un’etica del bene pubblico, l’autoreferenzialità dei nuovi media.
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