Come le imprese italiane affrontano la protezione e lo sviluppo del proprio Brand a livello internazionale. Il ruolo sempre più importante del ‘Made in Italy’ nel mondo.
Da qualche giorno anche in Italia è possibile depositare le domande internazionali di brevetti attraverso la piattaforma online ePct messa a disposizione di Wipo, organizzazione mondiale della proprietà intellettuale. È così possibile richiedere in via telematica la richiesta di protezione del proprio logo per tutti i 152 Paesi sottoscrittori del trattato internazionale di cooperazione per i brevetti (Pct – Patent cooperation treaty).
Si tratta di un’opportunità offerta alle imprese italiane per difendere i valori reali e potenziali del proprio brand a livello internazionale.
Sono tuttavia ancora poche le PMI italiane che comprendono le potenzialità che offre lo sviluppo di una una adeguata strategia di marketing per creare valore per l’impresa, i suoi prodotti e servizi, tali da chiederne la preventiva protezione e tutela. Questa mancanza culturale e strategica limita non di poco le potenzialità, ponendo limiti alla diffusione, fatturato e soprattutto reputazione. senza dimenticare i costi che l’impresa dovrebbe poi sostenere per correre ai ripari da un punto di vista commerciale e legale.
La forza del ‘Made in Italy’. Contraffazione: l’Italia è al 2° posto nel mondo.
Ai molti italiani può sembrare strano, ma il cosiddetto ‘Italian Sounding’ è un’ambita contraffazione, tanto da risultare ben al secondo posto nel mondo per essere contraffatto. Un dato poco conosciuto e ben poco invidiabile.
Questo risultato è talvolta anche generato dalla impotente politica commerciale delle PMI italiane, che lasciano spazio a repliche di basso profilo nei Paesi ove non sono presenti o non protetti da un brevetto.
Si stima che il falso ‘Made in Italy’ pesi sulle imprese italiane ben 54 miliardi di Euro di mancati guadagni ogni anno.
Nonostante questo dato eclatante, le imprese italiane risultano solo all’11° posto della classifica mondiale dei brevetti con circa 3.000 domande di brevetti internazionali. Per avere un’idea anche la Svizzera (4.265) e Svezia ci superano (3.800). La sola Germania richiede ben 18.000 brevetti all’anno.
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Il marchio: un patrimonio aziendale da creare e proteggere
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