Clicca sull’immagine qui sotto e guarda un video del robot Atlas che esegue movimenti come un ginnasta umano
Sviluppato dalla società Boston Dynamics – venduta da Google nel 2017 alla giapponese SoftBank – il robot Atlas, come avete visto, è in grado di imitare i movimenti di ginnastica professionale. Ha un’accuratezza nei movimenti pari all’80%, che sono così ancora da perfezionare.
Il robot, con l’aiuto di un flusso di lavoro, ha movimenti fluidi e le sue manovre lente possono servire da riferimento per future macchine più veloci.
Per consentire al robot Atlas di eseguire i movimenti, un algoritmo è responsabile di trasformare ‘a voce’ le descrizioni in movimenti e manovre.
Il micromotore e le tecnologie dei componenti consentono oggi di creare automi più adatti alle attività dedicate e in grado di comprendere l’ambiente circostante
I robot industriali lavorano in team nelle fabbriche e, sempre più vicini alle persone, li accompagnano persino in casa, dalla cucina alla camera da letto. Questi automi sono creati da scienziati giapponesi, e rappresentano un fattore chiave per lo sviluppo del Paese.
I prototipi sviluppati da Fanuc, Yaskawa, Kawasaki, Boston Dynamics, Toyota, Denso, Nachi, Mitsubishi Electric e Yamaha hanno già dimostrato le loro numerose abilità.
La prima di queste macchine raccoglie piccoli pezzi di domino sparsi su un trasportatore mobile ad alta velocità, quindi li mette in fila in lotti di 6 e poi li afferra per metterli in una scatola.
Per svolgere lo stesso compito svolto dalla creatura della Fanuc, due uomini non sarebbero bastati e probabilmente impazzirebbero. Ecco perché vengono utilizzati la forza e l’efficacia di robot industriali veloci e instancabili.
Le più recenti tecnologie consentono oggi di creare robot più adatti alle loro attività, sia a casa che nell’industria. Sono in grado di comprendere l’ambiente circostante, grazie a “vari sensori”, incluse le telecamere.
I robot non smettono di muoversi mentre un uomo si avvicina a loro: entrambi possono osservarsi e lavorare insieme
I lavori che richiedono forza o sono ripetitivi sono e saranno sempre più affidati ai robot industriali, mentre quelli creativi si pensa rimarranno di competenza umana.
Anche la distanza di sicurezza tra uomini e automi diminuirà a breve. Basta avvicinarsi al laboratorio Koba per convincersi.
Il suo robot industriale è come un’armatura che si integra all’uomo per moltiplicare la sua forza.
Gli “esoscheletri” sono una delle aree di ricerca più apprezzate dai giapponesi, sia per aiutare i lavoratori, che le persone nelle loro case (robot domestici).
Ci sono diversi prototipi di robot, dal cucciolo di foca ai gattini che oltre a rispondere alle coccole, si attivano per “accendere la televisione” o ricordare di prendere una medicina.
Sempre più spesso i robot domestici sono progettati per aiutare le persone anziane a muoversi all’interno o all’esterno. Come il deambulatore Funai, che aiuta in modo intelligente il pendolarismo (impedendo ad esempio, una caduta in una strada in pendenza).
La compagnia Doog ha creato piccoli robot sotto forma di passeggini a ruote che, come i cuccioli che seguono la madre, sono utili per trasportare generi alimentari.
L’intelligenza artificiale mi sostituirà al lavoro?
Un rapporto del World Economic Forum afferma che il 65% dei bambini delle scuole elementari oggi sarà professionista in lavori che non esistono ancora.
Nell’era della divulgazione dell’intelligenza artificiale, probabilmente ti sei chiesto per quanto tempo sarà ancora sicuro svolgere il tuo lavoro attuale.
Una domanda spontanea nata dall’osservazione del veloce progresso che si è registrato in questi ultimi anni.
Ebbene la coppia di sviluppatori americani Dimitar Raykov e Mubashar Iqba hanno creato un sito web che indicano la probabilità che il nostro lavoro venga automatizzato nel prossimo futuro.
Chiamato “I robot mi sostituiranno al lavoro?”, il sito fornisce anche dati sulla crescita prevista della professione entro il 2024, nel futuro di quattro anni.
Ad esempio con l’intelligenza artificiale, i programmatori risulta abbiano una probabilità del 48% di essere sostituiti da macchine intelligenti o algoritmi. I giornalisti e gli sviluppatori di app, invece secondo il database del sito, potrebbero risultare apparentemente ‘al sicuro’.
Le professioni devono essere inserite in inglese nel motore di ricerca del sito e lo stipendio medio annuo viene visualizzato in dollari nella pagina dei risultati. Per accedere al sito clicca qui.
Tuttavia è opinione comune che, come per tutte le rivoluzioni in ambito di produzione, anche l’intelligenza artificiale non causerà disoccupazione su larga scala. Ci sarà verosimilmente un’integrazione tra uomo e macchina intelligente. Certamente con i robot domestici, un grande aiuto alla crescente popolazione della terza età.
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