Con lo sviluppo accelerato dell’IA, le imprese che impiegano troppo tempo per mettersi al passo con la tecnologia, rischiano di essere poco competitive
L’Intelligenza Artificiale è ormai un argomento che ha preso il sopravvento nelle conversazioni quotidiane e in particolare, nel mondo della tecnologia. È stato il boom di ChatGPT, un chatbot con intelligenza artificiale (Artificial Intelligence) sviluppato da OpenAI seguito a ruota dal concorrente Bard (Alphabet).
Al momento ciò che più richiama l’attenzione è la capacità di generare testi con informazioni nel tono e nel formato richiesti, in modo molto plausibile e credibile, come se rispondesse una persona esperta, ma le sue applicazioni sono davvero infinite!
Le rapide innovazioni dell’intelligenza artificiale possono cambiare il ritmo del business
Ma qual’é l’uso reale dell’IA nel mondo aziendale? Molte aziende stanno adottando da tempo strumenti di intelligenza artificiale nella loro quotidianità, dal customer service con altre tipologie di bot, all’utilizzo di piattaforme in grado di incrociare i dati e generare insight.
L’intelligenza artificiale viene addestrata attraverso algoritmi di auto-apprendimento automatico (machine learning), che consentono ai sistemi di analizzare i dati e identificare tendenze e modelli, migliorando così nel tempo le prestazioni fornite.
Si aprono così nuove e sofisticate applicazioni in diversi settori. Viene utilizzato ad esempio nelle auto a guida autonoma, negli assistenti virtuali, nell’analisi dei dati, diagnostica medica e rilevamento delle frodi.
Sebbene l’intelligenza artificiale possa automatizzare determinate attività e influenzare determinati settori, il suo scopo principale è assistere e migliorare le capacità umane, non sostituirle completamente.
Ad oggi il processo decisionale è ancora una prerogativa umana e la tecnologia è un mezzo, uno strumento che fa leva per rendere le cose più facili, precise e rapide.
Molti brand già utilizzano strumenti basati sull’intelligenza artificiale, ora sempre più diffusi e sofisticati
Assistenti vocali (come Siri o Alexa), correttori automatici (come WhatsApp o Microsoft Word) e persino il funzionamento dell’algoritmo sui social network sono esempi più tangibili di come l’AI sia già presente nella nostra quotidianità.
Ma oggi il loro utilizzo sarà più ampio, ad esempio un contabile di un’azienda, quando utilizzerà il gestionale per l’emissione delle fatture, dirà: “ Emetti le fatture di questo mese, per il cliente ‘A’, come da contratto, considerando la valutazione storica del rapporto”, e il modulo ERP presenterà un’interfaccia con l’elenco delle fatture con tutte le informazioni che devono essere verificate e rilasciate dal responsabile.
Un’altra possibilità esplorata è l’utilizzo di strumenti di AI con servizi di analisi del sentiment cognitivo, valutando ad esempio, il sentiment contenuto nelle risposte dei sondaggi Net Promoter Score (NPS) e Customer Satisfaction Score (CSAT), individuando se risulta negativo, positivo o neutro, supporta l’analisi dei dati, dà priorità alle risposte e identifica possibili tendenze.
La comprensione della soddisfazione del cliente diventa più intelligente e porta l’azienda a un livello più accurato nel processo decisionale. Artificial Intelligence può arricchire e migliorare sia l’esperienza di acquisto che l’interazione con i prodotti e i servizi offerti dalle aziende.
Le applicazioni dell’intelligenza artificiale nel marketing
Anche il marketing trae vantaggio dall’applicazione dell’IA. Tecnologie simili a quelle applicate da ChatGPT consentono di analizzare dati e risultati precedenti di migliaia di campagne e quindi identificare informazioni preziose per la conversione, ad esempio i giorni e gli orari migliori per avere un impatto su ogni tipo di target.
Dai lead è persino possibile stabilire una classifica automatica con la più alta probabilità di acquisto e il valore di acquisto stimato per ciascuno di questi segmenti di pubblico. Inoltre la generazione di testi ottimizzati per quel target specifico influisce notevolmente sul risultato di aumentare le vendite. Il potenziale è così enorme.
Criticità dell’AI nel suo uso malevolo: l’importanza della Cybersecurity
L’intelligenza artificiale può essere utilizzata anche per supportare i processi decisionali, l’analisi dei rischi, la previsione di tendenze e il rilevamento di possibili frodi, ma viceversa può essere utilizzata in modo indebito per creare grandi azioni di hackeraggio, e per questo, l’impegno delle istituzioni e imprese per avere un buon livello di protezione dovrà essere sempre maggiore per avere a disposizione accurate analisi, controlli ed elevate contromisure.
Basti solo immaginare al possibile utilizzo fraudolento nell’ambito dei social network: dai deepfake ai dark pattern. Queste ultime sono interfacce ingannevoli, per indurre l’utente a compiere azioni come cedere dati, comprare servizi di cui non ha bisogno, selezionare opzioni contrarie ai suoi interessi.
È sicuro l’utilizzo dell’intelligenza artificiale?
La sicurezza dell’intelligenza artificiale è una preoccupazione importante. Di recente Elon Musk e un altro migliaio di ricercatori, esperti e dirigenti del settore high tech hanno pubblicato una lettera in cui criticano la “corsa incontrollata” per le nuove sfrenate applicazioni dell’IA.
Man mano che i sistemi di intelligenza artificiale diventano più autonomi, è essenziale garantire che siano sicuri e non causino danni. La ricerca sulla sicurezza dell’IA è in corso, affrontando questioni come la privacy, la protezione dagli attacchi informatici e garantendo che le decisioni prese dai sistemi di intelligenza artificiale siano etiche ed eque. Questioni come pregiudizi algoritmici, privacy dei dati, discriminazione e responsabilità per il processo decisionale automatizzato sono questioni cruciali da considerare.
Il primo regolamento dell’Unione Europea sull’intelligenza artificiale
Il Parlamento Europeo ha già approvato le norme che mirano a garantire che lo sviluppo e l’utilizzo in Europa dell’intelligenza artificiale sia conforme con i diritti e i valori dell’UE, ad esempio in materia di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale.
Il regolamento europeo, il primo al mondo, stabilisce obblighi per fornitori e operatori dei sistemi di a seconda del livello di rischio che l’intelligenza artificiale può generare. Sono vietati i sistemi di intelligenza artificiale che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone, come quelli utilizzati per il punteggio sociale (classificare le persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali).
Un ottimo inizio, al quale speriamo facciano seguito ingenti investimenti per supportare strategicamente le imprese europee, al momento ‘inseguitrici’ di Stati Uniti e Cina, oggi in grande vantaggio.
Il regolamento europeo è un importante primo passo, ma non sarà facile mantenere la normativa aggiornata per l’utilizzo dell’IA, data la rapida velocità di sviluppo dei sistemi.
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