Infodemia e Coronavirus: le buone notizie ‘non vendono’. Polemiche e fake news stimolano caos.
Il Coronavirus ha stravolto le abitudini, è cambiato il modo in cui lavoriamo, socializziamo, studiamo e in cui svolgiamo quasi tutte le nostre attività quotidiane. Ma purtroppo ha enfatizzato anche le nostre debolezze, i nostri desideri, le nostre insofferenze, le invidie, la voglia di distrarsi e di sfogarsi.
La pandemia ha confermato, se mai ce ne fosse bisogno, che il mondo dell’informazione è ormai inquinato dalla diffusione di fake news. Una quotidiana massa di articoli che giocano con le emozioni delle persone, alimentando paura e false speranze. L’elenco delle bufale è quasi interminabile: dai benefici dell’aspirina C per combattere la malattia, alla creazione artificiale del virus a Whuan e persino al fantasmagorico coinvolgimento di Bill Gates (uno dei più grandi benefattori) nell’interesse di creare il virus!
Molte false notizie non sono partorite e diffuse solo per schernire, offendere o diffondere false convinzioni: talvolta i creatori di fake news ci credono per ignoranza o dogmi ideologici. Alcune bufale vengono pubblicate ad arte per conseguire veri e propri vantaggi economici e commerciali. Per aumentare o diminuire il prezzo delle merci. Oppure per accreditare i propri prodotti.
Ma le bufale non corrono solo su internet ….